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news arte costruttiva 2010

considerazioni di paola zorzi sul capitolo "energia nucleare" dell'articolo "la scienza in mostra"


vorrei fare alcune considerazioni su di un passaggio di questo articolo nel capitolo "l'energia nucleare".
infatti nel testo la soluzione del problema energetico viene identificato come il nodo da cui dipenderebbe la sorte dell'economia e il dirimersi della maggior parte dei conflitti planetari.
un'interpretazione che ha senza dubbio un fondamento, lo stesso marx affermava, non senza qualche "ragione (!)", che sono le condizioni materiali a creare la coscienza. allo stesso tempo però questa affermazione potrebbe corrispondere ad una sola parte del problema. è innegabile infatti che in una società il raggiungimento di un dato grado culturale avviene a più riprese attraverso una stratificazione delle più disparate esperienze(1). queste travalicano l'arco generazionale al quale apparteniamo, quasi si trattasse della trasmissione di una specie di secondo dna, di conseguenza la cultura in ogni società ha un suo ruolo ben preciso e, pur avanzando, non potrà mai ripartire da zero (non fosse altro che per il linguaggio verbale di cui facciamo uso dalla nascita).
ma se è vero che un simile obiettivo (il raggiungimento cioè di un adeguato grado culturale) implica un indispensabile dispendio di energia è anche vero che in un ipotetico panorama dove l'energia fosse illimitata, una scelta improntata al miglioramento delle condizioni materiali e umane (2) sarebbe comunque innestata, nel bene e nel male, in un processo più ampio. se cioè il background culturale da da un lato fornisce molte più informazioni di quanto ci sarebbe possibile ottenere in altro modo, dall'altro potrebbe portare con sé condizionamenti e retaggi di ogni tipo. per cui una scelta improntata al miglioramento delle condizioni materiali della società potrebbe non essere l'unica scelta possibile. chi ci garantisce cioè che anche in quel caso l'energia non venga semplicemente impiegata in nome di obiettivi discutibili? e in ogni caso non è possibile dimenticare che, anche quando avessimo a disposizione una quantità illimitata di energia dovremmo misurarci con altri limiti come quelli biologici rispetto ai quali potrebbero ripresentarsi altre prevaricazioni...
mi vien da pensare che, così come la ricchezza non ha mai rappresentato una garanzia assoluta in grado di decretare la migliore delle scelte possibili, così la disponibilità illimitata di energia pur essendo una conquista essenziale potrebbe non essere da sola la soluzione di tutti i nostri problemi.
già ora talvolta ci troviamo a sperimentare come, in mancanza di limiti, emerga quasi la necessità di restringere il campo o economizzare per poter ottenere i risultati a cui veramente aspiriamo.
se da un lato cioè l'insufficienza in ogni campo condanna la società alla povertà e alla miseria pietrificandola per secoli ai suoi stessi limiti, dall'altro anche un surplus energetico potrebbe rivelarsi dispersivo.
in fondo quello che volevo dire è che questo non può essere concepito come un passaggio automatico rispetto al quale semplicemente noi dovremmo abbandonarci per inerzia. portando il discorso alle estreme conseguenze tutti noi possiamo immaginare come un qualsiasi animale non saprebbe che farsene di tutta l'energia di cui stiamo parlando. questo solo per dimostrare che un utilizzo adeguato delle risorse non è affatto qualcosa di automatico. oltre ad un grado di intelligenza specifica (nel senso di noi esseri umani, della nostra specie) è il modo in cui questa si attiva ad essere importante. è la cultura, nel bene e nel male, ciò che può permettere che questo avvenga. e se da un lato la cultura è un prodotto collettivo che necessita di energia e del sostegno dell'intera società dall'altro è anche un processo che si perfeziona attraverso il tempo per cui gli esiti non sempre sono così scontati come la storia ci insegna.
prendere atto di questo fatto forse potrebbe essere necessario.

... ma queste considerazioni in un periodo di crisi, anche energetica come l'attuale, con i prezzi del carburante alle stelle e una società ancora classista (dove cioè per molte persone l'insufficienza non è mai stata colmata veramente), queste considerazioni rischiano di apparire un po' utopiche. mi auguro comunque che un giorno, con la fusione, anziché fissione nucleare, sia possibile ricavare l'energia pressoché priva di scorie di cui si parla nell'articolo in questione ricalcando lo stesso processo in atto naturalmente nel sole. non escludo infatti che questo potrebbe rappresentare un passo avanti determinante per l'umanità, un momento ricco di potenzialità in grado di aprire una nuova era improntata ad un pensiero "positivo" o relativamente tale. detto questo non sottovaluterei la peculiarità dell'energia solare che, oltre ad essere più a misura d'uomo, è più diretta dunque potenzialmente più democratica e meno manipolabile dall'alto.


RE di valerio bertello:
si potrebbe anche essere più ottimisti.
oltretutto la miseria non è mai stata educativa.

RE di paola zorzi
sono perfettamente d'accordo.
...anche se entro certi limiti le esperienze sono utili ci vorrebbe davvero un vaccino contro la povertà e, una volta debellata, neanche più quello.

segue il testo citato.

L’energia nucleare.
La questione degli usi bellici dell'energia nucleare pone il problema dell’uso della scienza, questione che qui non è possibile affrontare. Si può anche affermare però che poiché la vera ricchezza è la disponibilità di energia, l’energia nucleare, essendo una fonte di energia illimitata, promette di risolvere alla radice il problema economico e quindi politico fondamentale dell’umanità. Per questo è necessario solo risolvere il problema tecnico connesso, anche perché la soluzione è a portata di mano. Infatti vi sono due modi per ottenere energia nucleare, la fissione e la fusione, e finora è stata usata solo la prima, la reazione a catena intrinsecamente pericolosa in quanto nella fissione il fuoco atomico una volta che se ne è perso il controllo è impossibile da spegnere. Inoltre produce una quantità di scorie radioattive, difficili da smaltire in quanto rimangono attive per tempi geologici. L’altra tecnologia, quella della fusione, invece è perfettamente controllabile, produce scorie in misura incomparabilmente minore, anzi in certi casi non produce nessuna radioattività. Il problema è piuttosto quello tecnico, in quanto si tratta di riprodurre sulla terra le condizioni di pressione e temperatura esistenti nel nucleo del sole, o altre equivalenti.
Attualmente si è arrivati a progettare la realizzazione di un reattore sperimentale che dimostri la fattibilità tecnica (quella teorica è da tempo confermata, si tratta della equivalenza tra massa ed energia espressa nella famosa equazione E = mc2 , emblema della scienza contemporanea). Cioè si tratta di realizzare una reazione in cui l’energia prodotta sia superiore a quella spesa per creare le condizioni di innesco.

note:
1) si intende un'eredità culturale che, alla luce delle nuove conoscenze, periodicamente viene messa in discussione ma che per questo non è pensabile venga del tutto azzerata. un po' come il linguaggio che nella sua complessità rappresenta una base comune da cui partire per andare molto lontano in svariati campi.
2) come miglioramento delle condizioni umane e materiali si intende una società improntata ad un'economia di sviluppo pacifico. in questo caso la cultura e conoscenza, in senso allargato e non esclusivamente accademico, rivestirebbero un ruolo determinante.










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